RIMINI

La famiglia Pasini di Rimini invece è consolare. Francesco Vescovo di Todi (nato a Rimini il 15 Agosto 1720 e fatto vescovo il 21 luglio 1760); Giuseppe capitano al servizio di Venezia contro i Turchi. La loro Arma: Di rosso, al monte di tre cime d’argento, sostenente un albero al naturale. Sempre a Rimini, presso l’Archivio di Stato, è stato trovato un documento molto antico, risalente al 2 marzo 1399. Alla pergamena numero 2656 si cita un certo Zangolo Pasini. Questo è quanto scritto e tradotto: "In dicto burgo veteri S. Iuliani” Frate Francesco de Gualdi da Rimini, abate del monastero di San Giuliano, dà in enfiteusi a Bianco figlio di Filippo da castro Abate, comitato di Rimini, ed a Benvenuta sua moglie, loro figli e nipoti, una casa parte a pianterreno e parte a solaio, posta nel Borgo Vecchio di San Giuliano, confinante con la via e Zangolo Paxini, per l'annua pensione di un denaro da pagarsi nel venerdì santo e per il prezzo di quaranta soldi per la presente rinnovazione. Fatto in detto borgo, nella chiesa di detto monastero, presente Garuffi di tomba Horadini, nel comitato di Rimini. Francesco figlio di Domenico da castro Valle Avelano notaio.

 

Passando al diciassettesimo secolo, nel libro “Memorie storiche risguardanti la terra di M. Fiore, seguite da molte notizie concernenti altri luoghi della diocesi di Rimino nella Romagna – Raccolte dal Dottor Don Gaetano Vitali – Rimino 1828”, viene citato un certo Girolamo Pasini. Riporto a questo punto il testo integrale:

Girolamo Pasini. Da Morciano Borgo di M. Fiore deriva questa famiglia. Don Girolamo Pasini che la illustrò fu Parroco della Chiesa di S. Gio. in Gallilea, poi di S. Michele di Mondaino, d'onde, mediante permuta con D. Girolamo Rossi, passò a quella dello Spirito Santo; e de'Ss. Marino, e Donato dell’Auditore diocesi di Rimino, che inseguito rinunciò al Dott. Gian. Lorenzo Castellari con l'annua pensione di Scudi 32. 50. dalla quale si liberò il rinunciatario con lo sborso in una sol volta di Scudi 70., come dall' Archivio di quest'ultima, e dal rogito di Giuseppe Catalucci 27. Ottobre 1649. Miscell. C. n. 12 ( 230 ). D. Girolamo Pasini si distinse nella Poesia Latina, e nella mia privata Biblioteca autografo conservo un Poema, che ha lasciato inedito diviso in quattro separati Volumi col titolo Cosmochronica in sex aetates. Di quanto pregio sia quest'Opera, e qual sia il merito dell'autore si rileva dalla seguente Lettera scritta al Monsignor F. Calisto Arcivescovo di Urbino che si legge autografa nel primo dei detti Volumi. Mto Illre e Revdo Signore, e Pron mio Ossmo. Rimetto a V. S. Illma i Quinternetti della sua Cosmocronica letti da me tutti con grandissima consolazione ed attenzione non ordinaria, e per cui la stimo per una delle più degne Opere, che sia mai per vedersi nel nostro Secolo sì per la eroicità del Poema, che è tutto Sacro, sì per la sublimità dello stile sostenuto con gran decoro, sì per la fluidità del verso, che mi rassembra per un torrente del Paradiso Terrestre, tutto seguente e tutto ameno, sì ancora per la vaga, e dotta erudidizione, che s' inserisce dentro senza punto deviare dal S. Testo, e ciò, che più mi ha rapito si è che ha saputo V. S. mantenere la nobiltà del metro con la facilità di esprimere i suoi concetti, dono particolare della sua gran facondia, e dello studio grande, che dimostra d'aver fatto negli altri Poeti e Greci, e Latini. In somma io la stimo un’opera non inferiore a quella di Virgilio se non superiore per essere quella profana, e questa tutta Sacra. Resta solo che V. S. non la tenga più tra le caligini del silenzio, ma la dii ben presto alla luce delle stampe acciocché il Mondo la possa godere a sua gloria immortale; e resto augurandole felicità più condegne del suo gran merito. Urbino 1° Marzo 1678. Di V. S. Mto Illre e Revdo Devmo Servitor di cuore F. Calisto Arcivescovo d’Urbino.

 

Il diciottesimo secolo ci regala il libro “Efemeridi letterarie di Roma – Tomo terzo, edito in Roma nell’anno 1774, dove troviamo scritta la storia di Monsignor Francesco Maria Pasini. Riporto di seguito il testo integrale:

Rimino – Elogio di Monsignor Francesco Maria Pasini Patrizio Riminese, e Vescovo di Todi.

...Il dolce canto il velo

Ai fatti illustri toglie,

E què, che in seno accoglie

Entro del cieco obblio non restan

Spenti,

Ma richiamati al giorno

Fa, che grido novel ne vada intorno,

E ne assicura, che non sia sopita

Quella virtù, che a grandi imprese incita.

Cominceremo noi appunto l’elogio di un ottimo Vescovo, e d’un dottissimo Prelato dai versi del sublime Pindaro, perchè diletto autore al medesimo in vita, e perchè appunto fiusta i sentimenti del Tebano Poeta desideriamo, che gli Elogi da noi soliti tributarsi ai Letterati, che fra noi mancano, sieno tanti semi atti a produrre soggetti a quelli non dissimili. Sia anche questo un’attestato di nostra riconoscenza a lui, che con tanta compiacenza leggeva questi nostri Fogli, e che faceva loro tanto onore colla sua autorevole approvazione. Nacque pertanto Francesco Maria Pasini in Rimino di nobile lignaggio il dì 15 Agosto 1720, e fu quindi educato come i doveri di sua nascita esigevano. Tralasceremo di noverare gli studj di lettere umane da lui fatti in quel Seminario Vescovile, giacchè questi sono cose a tutti comuni.

Passeremo quindi ad accennare come egli sul fine dell’anno 1738 si consecrerò agli studi della più solida, e moderna Filosofia, e di Lingua Greca sotto la disciplina del Ch. Letterato Giovanni Bianchi, ora Medico segreto onorario della Santità di Oostro Signore, dal quale la città di Rimino deve riconoscere il suo principale ornamento, ed i migliori soggetti di letteratrura, per i quali essa si distingue. Chiamato quindi l’anno 1741 l’illustre suo Precettore a professare Notomia nell’Università di Siena, egli per non lasciare interrotti, ed imperfetti i suoi studi il prese a segnitare anche anche in Siena, ed ivi per lo spazio di tre anni continuò gli egregi suoi studi con tanto impegno, e con tanto profitto, che giunse a fare la più gran compiacen del Maestro, come dalla di lui vita stampata dal Ch. Dottor Giovanni Lami fra altre de’ primi Letterati di quel tempo può ciascuno riconoscere.

Il talento del Giovane Cavaliere era e così voglioso di apprendere nuove cose, e così atto a riunire ad un tempo l’applicazione a più maniere di studi, che contemporaneamente volle studiare la legge Civile sotto il Sig. Abate Bizzarrini Professor pub. della stessa Università Senese, e poscia la legge Canonica sotto il Sig. Canonico Bandinelli altro pubblico Professore. Quindi egli prese la laurea in queste facoltà dalla Università medesima nel Settembre dell’anno 1744 con quell’applauso, che meritar dovea chi avea e tanto capitale di talento, e tanto buon gusto nè suoi studj. In questo frattempo egli intraprese due viaggi eruditi per molte parti della Toscana insieme col suo primo Precettore Monsignor Gio Bianchi, cò appagò amplamente i nobili geni per la storia naturale, e per l’antichità erudita, che avea appresi, e s’era resi comuni coll’illustre suo conduttore. S’esercitò parimenti in Siena con fare diverse Dissertazioni o sù cose Filosofiche, o sù cose Legali erudite, per le quali in quelle Accademia meritò ancor Discepolo quegli applausi, che a consumato Professori rendevansi. Consegiuta, che ebbe la laurea dottorale in Siena, gli fu gli dallo Zio paterno esibita la rinuncia del suo Canonicato nella Cattedrale di Rimino sua Patria, che egli accettò, e che gl’impedì di passare in Roma, come era stato suo primo divisamento. Ritornato egli pertanto in Rimino con questa Ecclesiastica decorazione, e ritornato quindi il suo illustre Precettore ancora per le distinte condizioni di cittadinanza nobile, e di generoso annuo assegnamento accordategli da quel magnanimo Maestrato per riaverlo in Patria, continuò sottodel medesimo i suoi studi, e fece anche diverse Dissertazioni nell’Accademia, che il dotto Bianchi avea fondata, dè Lincei. Si acquistò tal concetto in Rimino sua Patria, che dopo la morte di Monsignor Marcantonio Zollio, e di Monsignor Gio Battista Stella Vescovi di quella Città meritò d’essere eletto Vicario Capitolare, siccome avea anche servito il Vescovo prima nominato in qualità di Pro Vicario Generale. Coll’esercizio di queste cariche ebbe occasione di far cognito a Roma il suo valore; e la buona riuscita, che ebbe un’affare a lui indossato dalla santa memoria di Papa Clemente XIII, fu quella, che gli meritò con sua sorpresa il Vescovo di Todi, per il quale fu preconizzato nel Concistoro dè 21 Luglio 1760. Qual folle il giubilo, che risentì Rimino, e Todi per una si giusta esaltazione, il manifestano alcune stampe a lui gloriose, che dell’una, e dell’altra Città furono prodotte. Non è di nostro istituto noverare le provvide cure Pastorali da lui presesi poscia nel regolamento della sua Diocesi. Ridica queste il suo Clero, ed il suo gregge ora assittissimo per sua perdita così luttuosa. Diremo noi solo, che particolare fu la sua cura verso il suo Seminario, che procnrò provvedere, per quanto portava l’esile entrata del medesimo, di què migliori Maestri, che potè. Non tralasceremo neppur di menzionare una sua ben lodevole impresa di riprodurre riformate in miglior latino, e sbarazzate da qualche pregiudizio de secoli men critici le lezioni dè Santi della Chiesa Tudertina, le quali meritarono di essere approvate da questa Sacra Congregazione dè Riti poco prima della sua morte. Diremo perfine, che egli onorò, perfinchè visse, il celebre Paolo Rolli, ritirato in Todi per finire i suoi giorni, quali appunto finì nell’anno 1765, e quel valoroso Letterato li riconobbe in morte con un legato di Libri, i quali acorebbero la copiosa Libreria del Prelato, sola sua delizia, e continuo suo ritiro e di giorno, e di notte. Ma appunto quella sua vita solitaria, priva di moto, e carica d’applicazione, congiunta alla sua complessione non robusta, e non sana, gli produceva diversi dolori di capo, e frequenti febbrette, per le quali l’uso del salasso per lui troppo necessario gli produsse ben presto un mal peggiore, quale è stata l’idrope manifestatasi nel Maggio dell’anno scorso. Per riparare a questo suo male si portò in Spoleto nel decorso Agosto, e quì si fece la prima paracentesi.

Passò indi a Firenze per consultare què Professori ed ivi si credè opportuna una seconda estrazione di acqua.

Partì da Firenze per Bologna, ed ivi consultati què Medici più rinomati passò in Rimino sua Patria, ove si pose sotto la cura del suo antico Maestro, e del più esperto Esulapido del secolo, Monsignor Giovanni Bianchi.

Troppo avanzato era il male, perchè da questo valente Professore dovesse egli sperare quel ristabilimento di salute, che tutti i buoni gli desideravano. Tuttavolta non si trascuravano i più valenti rimedi, e due volte gli fu quivi pure per suo ristoro estratta l’acqua da suoi vasi uscita. Ma poi finalmente sotto il dì 24 Dicembre dell’anno prossimamente scaduto sull’ore quindici in circa rese l’anima tranquillamente al suo Creatore. Fattasi quindi la sera stessa dal menzionato valoroso Professore la sezione del suo Cadavere, vi fu trovato il fegato scirroso, ed ulcerato, e tale ancora, e di più molto duro, e grosso il Pancreas, i quali essendo uniti insieme, e pigiando sul Diaframma l’aveano rotto, e reso ulcerato dalla destra banda. L’idropisia poi gl’ingombrava tutto il basso ventre. Avea anche le glandole tutte nel Mesenterio indurite; la Milza era molle, e poco più grande del naturale, sane erano poi le Reni, e tutte le parti del basso ventre; e sanissime erano le viscere del Torace, e specialmente il Cuore con tutte le sue parti adiacenti. Il Polmone apparve livido, forse addivenuto tale negli ultimi di sua vita per il gemito, che faceva. Livide perfine erano anche molte parti esterne, perchè gli incominciavano a mortificarsi, o a gangrenarsi, come si suol dire. Il giorno seguente fu sepolto, e sepolto, come egli aveva con testamento ordinato, nel celebre Tempio di San Francesco da Sigismondo Malatesta Signore di Rimino splendidamente costrutto. Non si hanno, è vero, molte cose alle stampe di questo dotto Prelato, e specialmente sulle materie profonde, che egli possedeva; ma chi non sa, che anche Socrate, ben chè non componesseverun’ Opera, potè non ostante eternare il suo nome, ed essere celebrato da Platone e da Senofonte? Oltre però alcune sue lettere, che il chiaro Dottor Lami inferj nelle sue Novelle Fiorentine, vi ha una sua eloquente Orazione Italiana recitata per la pubblica Accademia celebratasi in Rimino in ossequio, e lode del Cardinale Lodovico Valenti nuovo vescovo di questa Città, in cui siccome s’adombravano i veri caratteri di un ottimo Pastore, così in appello venne egli a rappresentarli in se stesso, essendo poco dopo eletto Vescovo di Todi. Questa Orazione, come pure la sua dotta lettera Pastorale al Clero di Todi meritò i giusti elogi del lodato Signor Lami nelle sue Novelle dell’anno 1760. Molte però sono le sue fatiche manoscritte, che recitano, come dal sin quì detto apparisce, e molti pur sono i repertori delle più scelte erudizioni, che faceva ottimi Libri. Finiremo l’elogio di questo egregio Vescovo, consolandosi sulla sua immatura morte con quei versi medesimi, che un’antico poeta fece per il gran Cicerone:

Sed vitae brevitas pensatur laude perenni,

Quod mors eripuit, gloria restituit.

La sua salma giace tutt’oggi presso la Cattedrale di Rimini in via IV novembre 35 (Tempio Malatestiano).

 

Anche nel libro “Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni - Di Giuseppe Cappelletti” è stato scritto di Francesco Maria Pasini, già canonico in patria, fu eletto Vescovo della cattedrale di Rimini nel 1731 di luglio, fu consacrato il 25 di agosto, prese possesso per procura il di 27, vi fece il solenne ingresso al 29 di , ottobre. Venuto alla sua residenza diedesi con pastorale sollecitudine a fungere gli uffizii del suo apostolico ministero. Consacrò pertanto nel di 26 maggio 1765 la chiesa collegiata di santa Cecilia, nella terra di Acquasparta. Con più solennità e pompa consecrò anche la sua cattedrale, il di 15 settembre 4771, sotto il titolo della santissima Annunziata, de'santi apostoli Pietro e Paolo, e di san Fortunato vescovo. Nell'agosto del 1775, cadde malato nè potè riaversi mai più, benche andasse a cercare sollievo nell'aria nativa: a'24 dicembre dello stesso anno moriva, pianto e desiderato da tutti. Fu sepolto nella cattedrale di Rimini, ove ne adorna il sepolcro l'iscrizione seguente:

FRANCISCO . MARIAE . PASINO

PATRITIO . HARIMINEN . EPISCOPO . TVDERTINO

OLIM

HVIVSCE . CATHEDRALIS . CANONICO

VIRO . DOCTRINA . ERVDITI0NE

INCOMPARABILI

MORVM . SVAVITATE . MISERICORDIA . IN . PAVPERES

CONSPICVO

INGENTI . BONORVM . OMNIVM . MOERORE

IN . PATRIA . NVPER . VITA . FVNCTO

CANONICI . HARIM1NENSES

IVSTA PERSOLVVNT . XIX . KAL. FEBRVARII

ANNO MDCCLXXIIII.

Ai giorni nostri, Rimini continua a regalarci personaggi di tutto rispetto, emerge fra tutti Pier Giorgio Pasini, nativo riminese, storico dell'arte che da tempo si applica allo studio di temi e problemi riguardanti la cultura e la tutela del patrimonio artistico del territorio romagnolo e marchigiano, collaborando con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici.

Ha pubblicato monografie e saggi, curato mostre e partecipato a importanti convegni

scientifici in Italia e all'estero. Dirige fin dalla sua fondazione (1981) la rivista quadrimestrale di cultura "Romagna arte e storia".

 

Altro Pasini degno di essere citato è senz’altro il giovane Mattia, nato a Rimini il 13 agosto 1985), motociclista italiano.

Nel motomondiale 2006 ha corso nella Classe 125, con il numero 75, in un team dell'Aprilia con Sergio Gadea, Alvaro Bautista, Mateo Tunez ed Hector Faubel.

Il motomondiale 2007 è iniziato all'insegna della sfortuna per il giovane talento italiano: nelle prime gare della stagione è tormentato da problemi tecnici alla sua Aprilia RS (mezzo totalmente nuovo), che lo hanno costretto a numerosi ritiri nei primi giri di corsa. Il trend si è invertito a metà stagione con la conquista di due vittorie consecutive.

Il 9 marzo 2008 esordisce con l'Aprilia nella classe 250 con la vittoria nella gara notturna in Qatar.

Il motociclista vive con la propria famiglia a Riccione.

 

LIBRO "LE FAMIGLIE PASINI"
LIBRO "LE FAMIGLIE PASINI"
LISTA EXCEL PASINI
LISTA EXCEL PASINI
LISTA TESTAMENTI PASINI IN VENEZIA
LISTA TESTAMENTI PASINI IN VENEZIA
FAMIGLIE BENETTI
FAMIGLIE BENETTI
FAMIGLIE CEOLA
FAMIGLIE CEOLA
FAMIGLIE FURLANETTO
FAMIGLIE FURLANETTO
FAMIGLIE PASTORI
FAMIGLIE PASTORI
FAMIGLIE PAVAN
FAMIGLIE PAVAN
FAMIGLIE PIERACCINI
FAMIGLIE PIERACCINI
FAMIGLIE TREVISAN
FAMIGLIE TREVISAN