VICENZA (SCHIO)

Uno dei rami dei Pasini di Padova si trapiantò più tardi anche nella città di Schio, nel Vicentino, di cui si rese benemerito in principio del XIX secolo Eleonoro Pasini (nato attorno al 1780) che vi perfezionò la fabbrica di filatura, oggi la migliore di tutta Italia; Ludovico (nato nel 1804), figlio del precedente, fu invece direttore della ferrovia lombardo veneta nel 1848, presidente dell’assemblea di Venezia, poi senatore del regno d’Italia, nel 1867 vice presidente del Senato e finalmente ministro dei lavori pubblici sotto la presidenza del conte Cambray Digny. Valentino (nato nel 1806), fratello di Ludovico, fu eccellente economista ed uomo di stato, nel 1848-49 inviato ambasciatore a Parigi, a Londra e a Vienna e dopo la pace di Villafranca fu nominato professore di diritto costituzionale nell’istituto di perfezionamento a Firenze.

Arma antica: D’azzurro a cinque stelle d’argento poste in croce di S. Andrea. Arma moderna: Di rosso al capretto rampante d’oro, accornato ed unghiato di nero. Alias: Di verde, al capretto rampante d’argento, tenente in bocca un ramo d’olivo di verde; con la banda di rosso attraversante.

 

Andando ad approfondire le vicende di questi tre personaggi di spicco, possiamo narrare che Eleonoro, nato a Schio attorno al 1780, fu considerato uomo di retto animo e di coltissimo ingegno ed insieme a Francesco Rossi, di professione artista, rilevò il paese di Schio dopo un periodo di forte recessione e povertà, introducendo nuove macchine per la lavorazione della filatura della lana, inventate pochi anni prima in Inghilterra. Con questo proposito Pasini e Rossi si misero insieme e fondando in Schio nel 1818 la prima fabbrica di panni. Ne trassero grandissimo vantaggio per se stessi e per il paese intero. Sposato agli inizi del diciannovesimo secolo con Luigia Berti, ebbe tre figli, uno dei quali morì giovanissimo e gli altri due, Valentino nato nel 1806 e Lodovico nato nel 1804, intrapresero uno gli studi legali e l’altro delle scienze naturali. Considerato il poco interesse dei suoi figli si trovò successivamente a sciogliere l’azienda manifatturiera, cedendola amichevolmente al socio Rossi.

Si dedicò poi all’amministrazione della pubblica beneficenza nella sua città natia a titolo gratuito per circa quarant’anni.

Tutte queste notizie sono tratte dal libro di Ruggero Borghi intitolato “La vita e i tempi di Valentino Pasini.

 

Suo figlio Lodovico (Schio, 4 Maggio 1804 - Schio, 24 Maggio 1870).

Geologo e scienziato dottissimo, fu insieme al fratello uno dei preparatori dei nuovi tempi.

In Schio fondò il secondo Gabinetto di lettura di tutto il Veneto.

Nel 1849 fu presidente in Venezia della gloriosa assemblea. Nel Regno dell'Italia nuova, Vice Presidente del Senato, Ministro dei Lavori Pubblici, Presidente dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti; uno dei sessanta dell'Ordine del Merito Civile di Savoia. "Non si sa" - scrive di lui lo Zanella - "se fosse più grande scienziato o cittadino."

 

Valentino Pasini (Schio, 23 Settembre 1806 - Torino, 4 Aprile 1864), figlio di Eleonoro e Luigia Berti, venne considerato da scrittori nazionali e stranieri uno degli iniziatori della libertà in Italia. Nel 1848-49 rappresentò Venezia alle Corti d'Europa, i suoi dispacci furono ragguagliati a quelli degli antichi ambasciatori Veneti. Giureconsulto ed economista del pari eminente, nel Parlamento della nuova Italia acquistò tanta autorità nelle cose della finanza, da essere universalmente designato al potere, quando la morte gli attraversò la via il 4 Aprile 1864. Su di lui, Ruggero Bonghi ha scritto un libro dal titolo “La vita e i tempi di Valentino Pasini.

Era di sua proprietà e dimora la famosa neoclassica villa Pasini di Arcugnano. Villa Pasini Canera di Salasco fu costruita nel 1770 per il setaiolo Girolamo Franceschini su un progetto dello Scamozzi e fu ampliata da Caregaro Negrin alla fine del XIX secolo. Nel libro “La vita e i tempi di Valentino Pasini” si scrive difatti “...Lontano da ogni relazione col Governo, agiatissimo di sua casa, preferì vivere il più del tempo in campagna; cosicchè dal 1854 al 1858 passò in Venezia i soli mesi d’inverno, e il resto dell’anno nella sua villa d’Arcugnano, dimora più che privata. Poco discosto da Venezia, siede a ridosso dei colli Berici, cui nessuno ricorda senza chiamarli ameni. Il vasto e sontuoso palagio, d’architettura Palladiana, fu disegnato dal Bertotti-Scamozzi; e dalle grandi cancellate di ferro del giardino, che s’aprono sulla strada di Arcugnano, sino alla cima del poggio, e per i fianchi corrono viali di alberi sempre verdi, intersecati dai boschetti e dalle macchie de’ fiori. Il Pasini amava così riposata e ricca dimora, e negli intervalli dei lavori che dava a sè medesimo, si occupava a scancellarvi con armoniosa diligenza gli enormi segni di barbarie ostinata e distruttrice, che l’ira del soldato nemico vi aveva lasciato impressi nel 1848. E si dilettava a renderla sempre più adorna e magnifica; che è segno d’animo gentile, e cui gli studi severi ed aridi hanno, come pur troppo sogliono, chiuso alle impressioni della natura ed al culto della sua schietta bellezza...

 

Scorrendo il fascicolo pubblicato da mons. Ottavio Ronconi in occasione del cinquantenario della consacrazione della chiesa di Sant'Antonio abate e di cui abbiamo parlato nell'ultimo numero del "Bollettino", si trovano molte notizie su vicende liete e tristi, che il monastero agostiniano ha attraversato durante i suoi cinque secoli di vita.

Anni molto tristi per la vita delle monache furono quelli che andarono dalla fine del 1700 alla metà del 1800. Un piccolo gruppo continuò a vivere vita monastica anche fuori del monastero. Tra esse figurano le sorelle Maria Giuseppina, Maria Angela e Maria Ludovica Pasini, figlie di Ludovico e sorelle di Eleonoro, padre dei famosi Ludovico e Valentino Pasini. Loro impegno fu di mettere insieme la somma necessaria per acquistare almeno una parte del monastero. Vi riuscirono nel 1826 quando con l'aiuto di persone generose di Schio, poterono acquistare da Giuseppe Gardellin la parte dell'edificio che egli aveva comperato dopo la soppressione.

Non possiamo inoltre passare sotto silenzio un fatto tristissimo avvenuto nel 1867. In applicazione della legge di incameramento dei beni ecclesiastici, anche tutto ciò che il nostro monastero possedeva fu inventariato e poi messo all'asta, lasciando alle monache lo stretto necessario per sopravvivere.

I danni furono poi mitigati per l'intervento di Alessandro Rossi e del senatore e ministro del lavoro Ludovico Pasini, nipote delle tre sorelle monache Pasini, che avevano rinnovato la comunità agostiniana. Va ricordato che dal 1856 al 1913 fu cappellano delle monache don Giovanni Pasini cugino del Senatore, che era succeduto a don Lorenzo Penasa, il quale aveva preso il posto di don Michele Saccardo. Don Giovanni Pasini a sua volta cederà il posto a Mons. Ottavio Ronconi.

Don Giovanni ebbe in dono dal cugino Ludovico Pasini la bella scrivania che si conserva tuttora nella sacrestia di S. Antonio Abate.

 

LIBRO "LE FAMIGLIE PASINI"
LIBRO "LE FAMIGLIE PASINI"
LISTA EXCEL PASINI
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LISTA TESTAMENTI PASINI IN VENEZIA
LISTA TESTAMENTI PASINI IN VENEZIA
FAMIGLIE BENETTI
FAMIGLIE BENETTI
FAMIGLIE CEOLA
FAMIGLIE CEOLA
FAMIGLIE FURLANETTO
FAMIGLIE FURLANETTO
FAMIGLIE PASTORI
FAMIGLIE PASTORI
FAMIGLIE PAVAN
FAMIGLIE PAVAN
FAMIGLIE PIERACCINI
FAMIGLIE PIERACCINI
FAMIGLIE TREVISAN
FAMIGLIE TREVISAN